Una straordinaria e preziosa intervista doppia tra un nostro sviluppatore full stack senior come Mattia Bergamasco e un nostro sistemista di grande esperienza come Fabrizio Puppo.
Passare al cloud: il ruolo chiave dei sistemi IT e delle applicazioni software.
#LanServiceON – Hardware o Software chi comanda nel cloud oggi? (parte 1)
L’adozione del cloud da parte delle aziende incontra spesso due velocità. Una in cui tutto sommato tutto corre sempre abbastanza liscio, quando si sceglie di sostituire le applicazioni legacy con nuovi modelli a servizio (SaaS). Quando si sceglie di migrare i propri sistemi e le proprie applicazioni, implementando anche i servizi IaaS e PaaS, si entra in uno scenario decisamente più complesso, in cui soltanto una strategia davvero cloud-first può generare un reale valore aggiunto all’IT e al business nel suo complesso.
Quando non sono guidate da consulenti davvero esperti in materia di cloud, le aziende spesso cadono nella trappola di pensare che, in fondo, sia sufficiente “spostare in cloud”, ma non colgono il reale significato della trasformazione digitale dei loro processi IT, un’opportunità spesso unica per quanto comporta in termini di sforzi finanziari e organizzativi.
Inutile minimizzare: il passaggio al cloud costituisce un momento cruciale in quel processo di modernizzazione che le aziende sono chiamate ad affrontare per rilanciare con decisione la propria competitività nei rispettivi mercati di riferimento.
Il passaggio al cloud non può infatti ridursi al semplice trasferimento delle applicazioni legacy nel cloud, perché un approccio di questo genere non riuscirebbe a sfruttare, se non in minima parte, le straordinarie potenzialità che il cloud sa offrire per tutta l’infrastruttura IT, che comprende sia i sistemi che le applicazioni.
Qual è il livello di consapevolezza delle organizzazioni quando si tratta di effettuare questa fondamentale valutazione? Per trovare una risposta, vediamo alcuni step di riferimento, oltre ad ascoltare il parere di due specialisti come Mattia Bergamasco, senior full stack developer, e Fabrizio Puppo, solution architect di Lanservice Group, una realtà da molti anni in prima linea nel supportare le imprese nel loro cloud journey.
Le criticità più comuni della cloud adoption
#LanServiceON – Hardware o Software chi comanda nel cloud oggi? (parte 2)
Quando le aziende si avvicinano per la prima volta ad un percorso di adozione del cloud che va oltre il semplice ricorso al Software-as-a-Service (SaaS), emergono solitamente due problemi:
- Le applicazioni legacy si basano sul modello monolitico e sono concepite per lavorare su configurazioni hardware/software molto specifiche. Un semplice “lift-and-shift” in cloud spesso finisce per complicare solo le cose dal punto di vista operativo. Integrare tra loro sistemi monolitici con le architetture a microservizi tipiche del software cloud native, oltre ad essere spesso troppo oneroso, rischia di produrre uno sforzo enorme per non godere nemmeno in pieno dei vantaggi offerti dal cloud. Al di là delle ragioni di convenienza economica, è una delle principali ragioni per cui i software vendor stanno facendo il possibile per convincere i loro clienti a passare con decisione ai modelli a servizio.
- I reparti IT che non hanno un’esperienza specifica nel cloud vantano sistemisti esperti nel framework IT tradizionale, che vanno tuttavia formati per comprendere appieno le specificità tecniche del cloud pubblico e privato, per sfruttare appieno le potenzialità del nuovo paradigma IT basato sull’impiego da remoto di risorse hardware e software virtualizzate, con tutti i pro e i contro che ciò comporta.
In particolare, per cogliere appieno i vantaggi del cloud occorre comprendere e implementare la standardizzazione delle configurazioni di sistema e l’automazione dei processi IT tipiche dei modelli a servizio, affinché le aziende possano ridisegnare e gestire al meglio le proprie infrastrutture ibride, contenendo i costi e riducendo al tempo stesso il time to market delle loro applicazioni.
Per queste ragioni un’adozione su vasta scala del cloud può generare un importante vantaggio competitivo ma richiede notevoli investimenti e la necessità di pianificare un percorso graduale, progressivamente incoraggiato dal raggiungimento di obiettivi intermedi.
Passare al cloud: le prime mosse nella definizione di una solida strategia IT
#LanServiceON – Hardware o Software chi comanda nel cloud oggi? (parte 3)
Le aziende, se supportate da consulenze qualificate e soprattutto dotate di una comprovata esperienza sul campo, possono entrare nell’ottica di adottare un’infrastruttura IT in cui rientrano consapevolmente sia i sistemi che le applicazioni software. Un possibile punto di partenza potrebbe essere costituito dalle seguenti azioni:
- Valutare il portfolio IT attuale, per comprendere come tutelare al meglio l’investimento effettuato, alla luce dei rinnovati obiettivi di business per cui si ricorre alla trasformazione digitale.
- Valutare la readyness per il passaggio al cloud, in termini di quanto già effettuato dalle varie linee di business in questa direzione.
- Valutare nel dettaglio gli obiettivi IT, per comprendere quali servizi in cloud adottare, in termini di infrastruttura (IaaS), piattaforme (PaaS) e applicazioni (SaaS).
- Valutare il budget nel breve e nel medio termine: per l’adozione iniziale e il successivo mantenimento dei servizi in funzione dell’andamento del business, nella previsione di un passaggio da una strategia CAPEX ad un approccio OPEX.
- Definire e mettere in pratica un processo di change management, sia a livello culturale, sia per quanto riguarda le competenze multidisciplinari che occorrono per sfruttare al meglio le potenzialità dell’infrastruttura e delle applicazioni in cloud, con un elevato livello di attenzione nei confronti della sicurezza informatica e della compliance.
- Stabilire KPI cloud oriented, nell’ottica di valutare nello specifico il raggiungimento di determinati standard nelle qualità tipiche del cloud, come l’automazione e la disponibilità dei servizi.
Il fatto di ritrovarsi a rispondere a queste domande implica necessariamente una presa di consapevolezza della situazione “as is” relativa all’IT aziendale e la prima percezione del gap da colmare grazie alle potenzialità offerte dal cloud, sia a livello di infrastruttura hardware che di applicazioni software.
La rivoluzione del cloud per i sistemi IT e le applicazioni software
#LanServiceON – Hardware o Software chi comanda nel cloud oggi? (parte 4)
Per comprendere nel dettaglio come il cloud stia trasformando il mondo dell’IT abbiamo chiesto a un nostro sviluppatore full stack senior come Mattia Bergamasco e ad un nostro sistemista di grande esperienza come Fabrizio Puppo di raccontarci come stia cambiando la loro professione, nell’accompagnare ogni giorno le aziende italiane nel loro cloud journey.
In merito al livello di consapevolezza delle imprese nei confronti del cloud, secondo Fabrizio Puppo: “In prevendita seguo le aziende per la parte di sistemi. Posso dire che tutti i clienti hanno ormai chiaro cosa voglia dire lavorare in cloud, ma solo per piccole parti, ad esempio la posta elettronica o altri servizi già implementati. Il cloud offre molti servizi e solo alcuni di questi sono ben conosciuti dalle aziende”. Per quanto riguarda la parte software, gli fa eco Mattia Bergamasco: “Lato application le aziende hanno compreso bene i vantaggi ed hanno iniziato ormai da tempo alcuni processi di migrazione verso il cloud, prendendo coscienza anche dei costi che questo comporta. I dati del mercato cloud dimostrano un incremento molto importante nell’ultimo anno, per cui direi che le aziende hanno capito i benefici che possono ottenere. Magari manca loro ancora qualche competenza per poterlo fare nella maniera più conveniente”.
La virtualizzazione delle risorse tipica dei modelli a servizio in cloud ha cambiato profondamente il ruolo del sistemista, ma non lo ha certamente reso marginale, come ci spiega ancora una volta Fabrizio Puppo: “Se parliamo di cloud puro l’hardware il cliente non lo avverte, se non per i dispositivi edge e la parte di connettività. Al di là delle configurazioni, in cloud tutto quello che è il problema dell’hardware viene risolto. Molti hardware vendor però stanno offrendo on-prem un’esperienza cloud. Oggi quando si parla di cloud non ci si limita a spostare dati e applicazioni su infrastruttura di terzi. Nella stessa modalità e con la stessa flessibilità, anche in termini di costi e modalità di fruizione del servizio, il modello as a service possiamo declinarlo in modalità on-prem. In questo caso l’hardware ce l’ho in casa ma viene interamente gestito come servizio in cloud. Hardware e software sono quindi due anime fondamentali, una non vive senza l’altra”.
Un altro tema centrale è il grande potere trasformativo della AI, come rileva nel dettaglio Mattia Bergamasco: “La recente implementazione su vasta scala dell’intelligenza artificiale ha avuto un grande impatto sia sull’hardware che sul software. La AI oggi non possiamo più intenderla solo per la parte software. Abbiamo AI che vanno ad interagire con la parte fisica dei sistemi, per cui anche in questo caso hardware e software sono entrambe state coinvolte in maniera rivoluzionaria”.
#LanServiceON – Hardware o Software chi comanda nel cloud oggi? (parte 5)
In merito alla scelta da fare tra IaaS, PaaS e SaaS, Fabrizio Puppo non ha dubbi: “Oggi i tre modelli di distribuzione sono certamente maturi e proprio qui diventa decisiva la capacità di analizzare le esigenze del cliente e saper configurare tutti i servizi necessari per risolverle in maniera pratica ed efficiente. Bisogna tenere conto di vari aspetti, come performance, costi, ritorno dell’investimento e flessibilità in funzione del tempo, quindi scegliere il paradigma giusto, caso per caso. Per alcuni servizi sarà più indicato lavorare sull’infrastruttura, per altri optare per una piattaforma, per altri ancora scegliere direttamente un SaaS. Allo stesso modo occorre ragionare per la scelta dei cloud provider, e sceglierne magari più di uno, se uno soltanto non mi consente di ottenere tutto ciò che sto cercando”.
A fronte di grandi opportunità, il passaggio al cloud comporta pertanto un’ampia varietà di scelte, che non dovrebbe mai prescindere da una consulenza qualificata e dotata di una comprovabile competenza sul campo, nel valutare caso per caso le esigenze di ciascuna azienda, individuando le tecnologie e i fornitori più indicati per risolverle con successo.